Lo sbiancamento dei coralli o coral bleaching
Che cos'è? Perché è un'emergenza globale? Quali sono le cause e le conseguenze?
Il fenomeno dello sbiancamento dei coralli (coral bleaching) è noto ormai da decenni ma mai come oggi ha assunto i caratteri di un'emergenza globale.
Solo in questi primi mesi del 2020 si è assistito al terzo sbiancamento della Grande Barriera Corallina Australiana dopo quelli del 2016 e 2017.
Questo episodio è uno dei più estesi, sta arrivando in aree che finora erano state risparmiate e in alcune di esse lo sbiancamento ha interessato il 60% dei coralli.
Che cosa sono i coralli?
I coralli sono degli animali, dei piccoli polipi che secernono uno scheletro calcareo con funzione protettiva, alcuni di essi vivono molto vicini gli uni agli altri arrivando a creare delle formazioni molto estese, le barriere coralline.
Questi tipi di coralli ospitano al loro interno delle alghe fotosintetiche, chiamate zooxanthellae, e hanno con esse un rapporto di simbiosi: il corallo fornisce alle alghe un ambiente protetto e tutto ciò di cui hanno bisogno per la fotosintesi, le alghe in cambio producono ossigeno e sostanze nutritive per i polipi, oltre a dare alle barriere coralline i colori brillanti che conosciamo.
Le cause dello sbiancamento dei coralli
Lo sbiancamento dei coralli si verifica quando la temperatura dell'acqua dell'oceano aumenta e stressa i coralli al punto da espellere gli ospiti, le zooxantelle, e quindi perdere il loro colore caratteristico e rimanere bianchi. Se la temperatura si abbassa in tempi utili, il corallo può contare sulle riserve di energia e riprendersi, in caso contrario muore perché non ha più sostanze di cui nutrirsi.
Si sono registrati fenomeni di sbiancamento in tutto il mondo fin dagli anni '80 ma il problema è che negli ultimi decenni sono stati sempre più ravvicinati e più gravi. I coralli nella loro storia evolutiva sono sempre stati capaci di adattarsi alle nuove condizioni ma non a questi ritmi. Se lo sbiancamento avviene per 3 anni di fila i loro tempi di recupero non sono abbastanza veloci per garantirne la sopravvivenza.
Altre cause che concorrono al coral reef bleaching
Oltre all'aumento della temperatura dell'acqua, dovuta all'emissione di gas serra da attività antropiche, e riconducibile quindi al fenomeno più ampio del riscaldamento globale, ci sono altri fattori che contribuiscono a debilitare i coralli e quindi ostacolare la loro capacità di adattamento e ripresa.
Ad esempio l'
acidificazione degli oceani, sempre dovuta alle attività umane che immettono nell'aria anidride carbonica in quantità che gli oceani, che normalmente l'assorbono, non riescono più a gestire; la
pesca eccessiva; l'
edificazione delle aree costiere; l'uso di
sostanze chimiche nocive per i coralli (per esempio quelle che si trovano nelle formulazioni di tante
creme solari).
Perché la morte dei coralli è un problema?
Perché le barriere coralline svolgono funzioni irrinunciabili: sono il luogo ideale per la nascita e per la crescita dei pesci; milioni di specie diverse di animali marini traggono riparo e nutrimento dai coralli, perdere quest'ultimi significherebbe perdere biodiversità e danneggiare l'ecosistema marino; le barriere coralline proteggono le coste perché attenuano la violenza delle onde e degli uragani tropicali.
Cosa si sta facendo per salvare le barriere coralline?
Negli ultimi anni si stanno cercando diverse soluzioni al problema, una su tutte estendere le aree marine protette.
In Florida un team di scienziati sta raccogliendo campioni di coralli sopravvissuti agli stress ambientali in modo naturale, per poi allevarli in vivai sottomarini e reintrodurli in un secondo momento nella barriera corallina danneggiata.
Tutti gli scienziati però concordano sul fatto che le barriere coralline non sopravviveranno se il loro ambiente non diventerà più ospitale. La lotta al cambiamento climatico è l'unica soluzione sostenibile a lungo termine per conservare e ripristinare le barriere coralline.
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