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Il cotone è un materiale sostenibile?
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May 13, 2020

Se già si guarda alla fase della produzione, cioè alla coltivazione del cotone, le cose si fanno più complesse.
Innanzitutto più della metà di tutto il cotone è prodotto in Cina e India, seguono USA, Pakistan, Brasile e Uzbekistan.
Impatto ambientale del cotone
La coltivazione del cotone usa tra il 15% e il 25% di tutti i pesticidi usati al mondo.
All'uso di pesticidi sono associati:
- la contaminazione dell'acqua potabile, dei fiumi e delle falde acquifere
- l'avvelenamento di pesci, organismi acquatici e la perdita di biodiversità
- la persistenza nei suoli e il loro impoverimento
- l'avvelenamento degli animali selvatici e del bestiame
- la diminuzione degli insetti impollinatori (api)
Tra le possibili conseguenze sulla salute dell'uomo, in primis dei lavoratori, ci sono l'avvelenamento, malattie croniche e cancro.
La coltivazione di cotone emette gas serra, perché i macchinari utilizzano combustibili fossili ma anche perché il terreno trattato con fertilizzanti e pesticidi rilascia ossido nitroso e non riesce più ad assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera.
Un altro punto dolente è l'uso dell'acqua: la metà delle coltivazioni di cotone al mondo utilizza metodi di irrigazione per aumentare la produttività. Significa estrazione di enormi quantità d'acqua da fiumi e laghi che se non viene reintegrata porta all'esaurimento delle acque (vedi disastro ambientale del lago di Aral).
Impatto sociale ed economico del cotone
Il mercato è dominato da pochi colossi che dettano il prezzo del cotone, i paesi del terzo mondo che non riescono a rimanere competitivi rispetto quelli industrializzati (che hanno dalla loro la tecnologia) vanno incontro a indebitamento e impoverimento, che si portano dietro a loro volta negazione dei diritti dei lavoratori e sfruttamento del lavoro minorile.
Il cotone biologico può essere una soluzione? In che modo?
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