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Cosa significa zero waste?


Con il termine Zero waste, tradotto in italiano con rifiuti zero o zero rifiuti, si intende uno stile di vita che ha come scopo l’eliminazione o la diminuzione significativa di rifiuti, quindi di tutto ciò che finisce nella discarica o nell’inceneritore. 
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Con il termine Zero waste, tradotto in italiano con rifiuti zero o zero rifiuti, si intende uno stile di vita che ha come scopo l’eliminazione o la diminuzione significativa di rifiuti, quindi di tutto ciò che finisce nella discarica o nell’inceneritore. 

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April 27, 2020


Cosa significa zero waste?

L’idea alla base del movimento zero waste è quella di passare da un’economia di tipo lineare, dove un oggetto viene prodotto, utilizzato (spesso una sola volta, come nel caso di tutti gli oggetti in plastica monouso che costituiscono la principale causa di inquinamento degli oceani) e buttato in discarica, a un tipo di economia circolare, dove ogni risorsa può essere reimessa nel sistema.

BEA JOHNSON E IL MOVIMENTO GLOBALE

L’ascesa dello zero waste come movimento globale è riconosciuta di diritto a Bea Johnson, una donna franco-californiana che dal 2008 ha iniziato il suo personale percorso di riduzione dei consumi e dei rifiuti. Da quando Johnson ha dimostrato di poter chiudere i rifiuti prodotti nell’arco di un anno dalla sua famiglia (composta da 4 persone) in un singolo barattolo di vetro da 1 litro di capacità, i waste jar (i barattoli appunto) sono divenuti il simbolo del movimento e lei la sacerdotessa, come l’ha ribattezzata il New York Times.

Nel 2013 ha pubblicato “Zero Waste Home”, la bibbia del movimento, e da allora ha cominciato a girare il mondo per far conoscere questo stile di vita rivoluzionario attraverso conferenze ed eventi ospitati da grandi aziende come Google, Adobe e organizzazioni quali il parlamento europeo e le Nazioni Unite.

Sempre a lei è dovuto il successo della formula delle 5 R, cioè i 5 punti fondamentali per un utilizzo efficiente delle risorse, la base di partenza della filosofia zero waste:

  1. REFUSE - Rifiuta ciò di cui non hai bisogno
  2. REDUCE - Riduci ciò di cui hai bisogno
  3. REUSE - Riusa, utilizzando prodotti riutilizzabili
  4. RECYCLE - Ricicla ciò che non puoi rifiutare, ridurre o riusare
  5. ROT - Riduci in compost tutto il resto

LA GERARCHIA E IL SENSO DELLE 5 R

Non si dovrebbe mai dimenticare che la formula delle 5 R è una gerarchia, cioè indica in ordine di preferenza le azioni da mettere in atto per consumare in maniera consapevole ed efficiente: se non si può rifiutare (ciò evitare in prima battuta di comprare cose non necessarie) allora bisogna ridurre, se non si può ridurre allora bisogna riusare, e se non si può riusare allora bisogna riciclare.

Riciclare viene dopo riduci e riutilizza, non è equivalente. Il riciclo non è abbastanza, in Europa ad esempio solo il 30% della plastica raccolta entra nel circuito del riciclo.

Infine compostare, perché tutto molto spesso quasi la metà dei nostri rifiuti sono avanzi alimentari che possono essere riconsegnati alla terra per fertilizzarla.

LE 5 R IN UNA PROSPETTIVA PIÙ GRANDE

Le 5 R sono solo una parte della storia, perché riguardano quello che possiamo fare noi come singoli consumatori.

Ma i rifiuti iniziano a formarsi dal momento in cui le materie prime sono prelevate, continuano a formarsi quando sono lavorate per divenire il prodotto finito che noi compriamo e quando infine questi prodotti vengono distribuiti.

Dalla distribuzione in poi ci siamo noi, i consumatori appunto, ma quando un prodotto che abbiamo usato, per quanto a lungo possibile, va infine smaltito, allora di nuovo siamo fuori dai giochi e entrano in campo industrie, governi e chiunque altro si occupi di smaltire o riciclare i rifiuti.

Ecco perchè le 5 R vanno pensate in un quadro più grande che tenga conto di altre domande nel momento in cui si compra qualcosa, fermo restando che non sempre si hanno le risposte: di che materiale è fatto questo oggetto? Attraverso quale lavorazione è stato prodotto? Com’è distribuito?

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