Compostare sul balcone o sul terrazzo
Il compostaggio domestico è una pratica che, se diffusa, avrebbe tutti i vantaggi di un processo che emette meno emissioni di gas serra rispetto a quello industriale, meno energia, e avrebbe il vantaggio di ottenere compost di qualità per le proprie piante o per gli orti privati, comunali/condivisi.
La compostiera da balcone
È un contenitore per fare il compost come quelli che si usano per l'orto e il giardino, con la differenza che la parte inferiore non è aperta ma chiusa, proprio perché va posizionata sul pavimento della terrazza o del balcone e non a diretto contatto con la terra.
La compostiera da balcone o terrazza è per forza di cose di dimensioni più contenute rispetto a quella da orto, ed è abbastanza facile da trovare ma anche da costruire da soli. Su internet esistono molti tutorial al riguardo (il migliore è quello di
Carmela Kia Giambrone di www.equoecoevegan.it), nella maggior parte dei casi si parte da un semplice bidone per l'immondizia fatto di plastica, con un coperchio. Ce ne sono di diverse capacità, ovviamente dipende dallo spazio che si ha e da quanto compost si vuole fare.
Bisogna fare dei fori con il trapano su tutti i lati e sul coperchio perché l'ossigeno deve passare per far sì che il processo di degradazione si inneschi. Per non far fuoriuscire terra e cibo, bisogna foderare con una retina gommata o una zanzariera e fissare con delle fascette da elettricista. Anche il fondo del bidone deve essere bucato, per far uscire il percolato che poi andrà svuotato regolarmente, a questo proposito bisogna prevedere un sottovaso.
Per quanto riguarda la posizione, va bene un angolo illuminato del balcone o della terrazza ma se le temperature sono alte, è importante che la compostiera non stia direttamente sotto al sole cocente.
In questo tipo di compostiera bisogna rispettare le solite regole "scientifiche" con ancora più attenzione, per fare in modo che il compost si formi senza al contempo emanare cattivi odori (in un orto potrebbe non essere un problema, ma su un balcone i vicini avrebbero da ridire): quando si introduce materiale organico bisogna sempre rispettare la proporzione tra materiale "marrone", quindi secco, come foglie secche, rametti, carta, cartone, ricchi in carbonio, e componente "verde" quindi umida e ricca in nitrogeno come avanzi di cibo, bucce, scarti delle verdure etc.
Non si può mettere carne o pesce, o cibo cotto condito, altrimenti potrebbe puzzare e attirare animali di ogni tipo. Regolarmente (ogni 2 settimane circa) bisogna rigirare il compost per arieggiare, esistono anche attrezzi appositi per farlo facilmente e senza sporcarsi.
Il compost ci metterà mesi o anni a farsi, si preleva quindi tutto in una volta o, al momento della costruzione, ci si deve ricordare di fare una porticina apribile nella parte inferiore della compostiera per prelevarlo man mano che è pronto e che serve.
La compostiera da balcone con aggiunta di lombrichi
Il processo che porta ad ottenere il compost è lungo, se si vuole accelerare si possono introdurre nella compostiera da balcone dei lombrichi della specie Eisenia Fetida, che sono quelli che in orto o giardino, dove la compostiera è a diretto contatto con la terra, arriverebbero spontaneamente per fare il loro lavoro: mangiare gli scarti organici, digerirli e restituirli alla terra sotto forma di humus, potente fertilizzante.
Il problema dei lombrichi è che sono degli animali molto delicati e sensibili, riuscire a creare le condizioni giuste perché stiano bene richiede grande cura costante, chi ci ha provato sa che soffrono molto gli sbalzi di temperatura e le probabilità di trovarseli in fuga sul pavimento del balcone sono alte. La temperatura ideale è tra i 10 e i 24 gradi, di vitale importanza è che respirino e che non si formi troppa condensa all'interno del bidoncino, quindi i fori devono essere molti, ben distribuiti e a distanza regolare.
Le regole per il cibo sono le stesse ma i lombrichi non hanno denti, quindi meglio se si spezzetta tutto molto bene prima di introdurlo nella compostiera e nelle giuste proporzioni perché se si crea troppo umidità o ristagno di acqua i lombrichi affogheranno. Stessa cosa se la quantità di "verde" introdotto è eccessiva e non bilanciata con il "marrone": l'ammoniaca emessa dal cibo che fermenta potrebbe "soffocarli".
La lombricompostiera a cassetti
Anche questa si può comprare già fatta o costruire da sé con materiali di recupero come cassette di polistirolo.
Il principio è quello di sovrapporre più vassoi o cassetti. Si inizia dal primo, dove si mettono scarti organici, terra e i lombrichi, a questo se ne sovrappone un altro. Man mano che i lombrichi mangiano e processano gli scarti, migrano verso l'alto, dal vassoio di partenza dove non c'è più cibo, a quello superiore dove si trova la nuova fonte di cibo che avrete messo. Il vassoio inferiore che lasciano, può essere quindi prelevato e svuotato del suo compost per poi ricominciare il giro da capo. Alla base si mette anche una vasca e un rubinetto per raccogliere il percolato, il cosiddetto tè di lombrico, un fertilizzante liquido.
Le difficoltà del metodo sono sempre le stesse correlate al fatto di dover prendersi cura di essere viventi delicati e sensibili.
Il metodo Bokashi
È un sistema di fermentazione ideale per trattare anche cibi cotti e anche prodotti di origine animale sebbene sia adatto a tutti i rifiuti organici. Funziona in modo diverso rispetto agli altri metodi di compostaggio.
Il bidone Bokashi, anch'esso in vendita già predisposto, ha un coperchio ermeticamente chiuso e un rubinetto.
Una volta che il bidoncino è pieno deve essere svuotato e messo sottoterra o aggiunto a un compost esistente, questa è una cosa che va tenuta in considerazione perché il prodotto della fermentazione non può essere usato così com'è come concime per le piante.
Per farlo funzionare necessita di una speciale "crusca di bokashi", cioè una crusca di grano mischiata a melassa, contenente particolari microbi che sono quelli che fan sì che la fermentazione avvenga.
Ogni volta che si aggiungono gli avanzi di cibo bisogna mettere anche una spolverata di crusca, stratificando. Dopo alcuni giorni si formerà un liquido che potrà essere raccolto aprendo il rubinetto e che può essere aggiunto con parsimonia, e solo diluito, sulle piante, perché è nutriente ma molto forte e rischia di bruciarle.
Gli avanzi di cibo all'interno non si trasformeranno particolarmente, a parte fermentare e fare la muffa. Una volta che il bidoncino è pieno bisogna seppellire il contenuto sottoterra o aggiungerlo a una compostiera esistente.
1 commento
che belli gli animali